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La Roggia

La roggia nei secoli passati è stata un elemento importante nell’economia di Bosco Marengo, sia per l’irrigazione che per il funzionamento dei mulini.

Nel 1491 il Marchese del Monferrato concedette alla comunità del Bosco e a quella di Frugarolo il diritto di estrarre acqua dal torrente Orba mediante il riconoscimento di un canone annuo di una libbra di cera da versare al Comune di Capriata nel cui territorio era posta la deviazione delle acque.

Ancora oggi tradizionalmente il Comune di Bosco Marengo, la vigilia di Natale di ogni anno, porta un cero agli eredi del castellano di Capriata.

Nel 1560 il Comune di Bosco a causa dei debiti dovuti alle continue guerre dovette cedere i diritti dell’acqua e i mulini ad un tal Camillo De Petra. Nel 1570 Papa Pio V riscattò i diritti e i mulini a favore del comune di Bosco e del Convento di Santa Croce.

A testimonianza dell’importanza della roggia, a partire dal 1600 per quasi tre secoli si susseguirono infinite liti legate alla gestione delle acque e dei mulini tra il comune di Bosco, il convento di Santa Croce e il comune di Frugarolo.

La roggia di Bosco nasce in prossimità della confluenza del torrente Lemme con l’Orba e prima di arrivare al paese ha un percorso di circa 6,5 km. per proseguire ancora per alcuni chilometri nel comune di Frugarolo. Nel comune di Bosco Marengo permette di irrigare circa 800 ettari di terreno, un tempo totalmente destinati a prato.

 

Il Mulino

Il lavatoio
Il mulino

Probabilmente costruito nell’attuale posizione nel 1491 accanto a una nuova roggia. Se ne ha riscontro in documenti dell’epoca che individuavano il mulino come la maggior fonte di reddito per la comunità. Alterne vicende storiche legate a Bosco, stremato da guerre e saccheggi ne segnarono episodi sfortunati come la vendita del mulino ad un privato e riscattato dopo 9 anni dal boschese Michele Ghislieri diventato Papa Pio V e quindi restituito alla comunità. Fino agli anni settanta del secolo scorso alimentava le ruote del mulino e, negli anni venti e trenta del novecento anche due turbine per la produzione di energia elettrica per il funzionamento del mulino e per l’illuminazione pubblica notturna.

Alcuni locali del mulino sono stati ristrutturati nel 1997 e sono sede del Parco fluviale del Po e dell’Orba, altri invece recentemente sistemati e ripuliti dai volontari dell’associazione conservano ancora le macine ed i macchinari.

Adiacente al mulino esiste tutt’ora un lavatoio pubblico dove le donne del paese si recavano a lavare i panni.

  • Biglietto

    Ingresso libero

  • Orari

    E' possibile visitare i locali delle macine e dei macchinari nei giorni di Bosco Fiorito e della Festa Patronale. Per informazioni contattare l'associazione al tel. 3314434961 oppure email all'indirizzo info@amici-di-santacroce-di-boscomarengo.it